Protocollo “panchine rosse“ in 45 Comuni
Condivisione di buone prassi, corsi di formazione, iniziative nelle scuole: la provincia di Brescia fa rete contro la violenza sulle donne. Sono 45 i Comuni che hanno aderito al protocollo Panchine rosse, promosso dal capoluogo con il coinvolgimento di Acb (Associazione comuni bresciani): si tratta del 22% di tutti i comuni della provincia di Brescia, ma il numero sarà aggiornato man mano che arriveranno nuove adesioni. “Siamo partiti dalle panchine rosse – spiega Roberta Morelli, assessore alle Pari Opportunità di Brescia – che sono il simbolo, un monumento alle donne vittime di violenza, ma l’obiettivo è di costruire progetti, attività, percorsi che possano incidere culturalmente sul territorio”.
I dati dicono che il fenomeno della violenza di genere continua ad essere una vera e propria emergenza. Solo nella nostra provincia, nel 2020 si sono registrati 5 femminicidi, circa 600 richieste al centro antiviolenza Casa delle donne, 117 casi di Codice rosso seguiti dalla Squadra mobile della Questura di Brescia, con 9 misure cautelari in carcere, 2 ai domiciliari ed emesso cinque misure cautelari di divieto di avvicinamento e 2 di allontanamento dalla famiglia (dati aggiornati a novembre). “E’ un fenomeno culturale e strutturale – spiega Morelli – su cui vogliamo provare ad incidere a monte, smontando gli stereotipi, costruendo le buone pratiche e valorizzando il ruolo della donna”.
Emblematico, ad esempio, che siano ancora poche le strade intitolate alle donne (il 2,5% circa in città). “Se non c’è neanche il riconoscimento di un ruolo con l’intestazione di un luogo pubblico – sottolinea Elisa Chiaf, assessore di Borgosatollo – è difficile che sia riconosciuta importanza a chi ha un vissuto diverso”. Nata la rete, ora si tratta di avviare progetti ed iniziative. Un primo appuntamento l’8 marzo con la maratona di letture dedicata a riconoscere il ruolo delle donne nella società. “Vogliamo lavorare anche sul linguaggio – aggiunge Morelli – dai questionari rivolti ai ragazzi abbiamo visto che è diffusa l’idea che una donna vittima di violenza in qualche modo se la sia cercata. Questo ci dice quanta strada ci sia ancora da fare. Riusciremo a contrastare la violenza solo tramite l’educazione”. Tra i primi obiettivi c’è anche il monitoraggio delle panchine rosse sul territorio. “Raccoglieremo i dati per realizzare una mappatura”, ha spiegato Maria Teresa Vivaldini, componente del consiglio di presidenza di Acb.
Federica Pacella
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